martedì 18 marzo 2008

Le elementari: matematica, educazione civica, teatro.

I minuti passano ed io faccio in tempo a respirare un po’ di polvere pensando a cosa io stia facendo qui, a quanto sto faticando e quante poche soddisfazioni io stia incassando.
I pensieri negativi mi restano nel cuore solo pochi minuti, giusto il tempo di accorgermi che i bambini, circa 26, sono davanti alla porta ad aspettare che io li faccia entrare.
Allora la mia mente si svuota delle delusioni appena provate e si riempie di buoni propositi per le ore a seguire. Dal mio letto rivedo la giornata, i suoi pro e contro, e ringrazio Dio per avermi mandata qui.
Lentamente con la stanchezza che si impossessa dei miei occhi e delle mie dita, mi passano le immagini della giornata: le tre ore con i professori, le richieste di restare quando questi se ne dovevano andare, la cena, ancora a base di riso e uovo ed il corso di teatro, terminato alle 9 di sera.
L’aula era una sauna, i trenta ragazzini di dimenavano a ritmo di musica ed il maestro rideva e cercava di non impazzire.
Una giornata durata 13 ore e mezza, ricca di sorprese, piena di speranze per il domani.
Così sono i bambini, un giorno ci sono e l’altro no, il tutto sta nel farli diventare capaci di essere costanti nello studio ora, nella vita poi.
Un grande progetto che non riuscirei mai a realizzare da sola, ma si potrei riuscirci per i validi collaboratori che mi sostengono e per il grande collaboratore che qui chiamano “Quello di sopra”.

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