giovedì 13 marzo 2008

Dov'è la mia vita?

Il giorno dell’inizio del progetto si avvicina ed ovviamente, al posto di essere sana come un pesce e scattante come una gazzella, sono seduta su una sedia, anelando il letto, con tutti i mali possibili che ti vengono quando si raggiungono paesi come il Perù.
Avrei dovuto andare a Lima con Mario e far stampare il cartellone che Mauro mi aveva preparato.
Invece no, Mario da solo non è andato e io con lui non potevo andare, perciò la stampa si rimanda, come un po’ troppe cose in questi giorni.
Il mio stomaco non migliora, mi peso e noto che la bilancia segna tre chili in meno di due settimane fa.
Luciano è partito per un mese ed io mi ritrovo sola, anche se non sono angosciata da questo.
Vado in cucina e quasi svengo, così Zoila mi accompagna di nuovo a letto.
Verso le quattro chiamo Arturo che mi porta in moto al negozio della Claro, la mia nuova compagnia telefonica.
Ricarico il cellulare e finalmente posso mandare messaggi in Italia.
Il mio primo pensiero va a Mauro, gli faccio uno squillo e mi arriva subito un suo messaggio meravigliato per il nuovo mezzo che farà parte del bagaglio comunicativo in questi 5 mesi prima che lui mi raggiunga.
Arturo mi porta a Huascata, dove dall’alto vediamo il panorama spoglio, inquieto e povero della parte del Perù che io più amo.
Salendo un gradino mi sento di nuovo male perciò mi faccio riportare a casa e parlo con Mauro per un’oretta.
Il rapporto a distanza, con questa distanza, non solo chilometrica, ma di orario e, soprattutto, esperienziale, sta risultando più difficile del previsto.
Il rapporto resta congelato per lui, mentre io non mi capacito della possibilità di mantenere i miei sentimenti stabili, temo un distacco, necessito la sua presenza, penso a che fare della mia vita.
Da una parte voglio che arrivi agosto per vederlo, dall’altra non voglio ritrovarmi in quella data perché so che coincide con la fine della mia esperienza qui.

Mi addormento distrutta, dopo aver giocato a fare la mamma con i figli di Arturo.

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