sabato 16 agosto 2008

Buon compleanno PAPI

anche se lontana ti ho pensato tanto durante questa giornata nuvolosa, ma piena di bimbi scalmanati che mi han fatto gridare, ridere, correre e stancare.
a presto, molto presto.
feliz cumpleanos da parte di tutti noi!

Giocando




Mauro ed io siamo andati dai bimbi sul tardi... non mi sono sentita molto bene, ma tutto il malessere se n'è andato quando ho iniziato a giocare con loro.

mi batte forte il cuore quando li vedo giocare con Mauro, quando vedo che gridano il suo nome, quando lo cercano.

Siamo rimasti a cenare con loro e abbiamo assistito alla lezione di musica.

"Mi veniva da ridere a vederli impegnati a suonare", mi ha detto Mauro tornando verso casa.

"Ma ridere di felicità", mi ha spiegato vedendo la mia faccia poco convinta, così mi ha strappato un sorriso, come solo lui sa fare.

giovedì 14 agosto 2008

Ultimi giorni



9 agosto 2008

È arrivato Mauro, siamo stati a Machu Picchu, Puno, Titicaca e Arequipa.
Poi di nuovo a Nana a respirare la mia solita e amata aria di felice povertà che presto non sentirò più.
Si sono aggiunti anche sei ragazzi di Bergamo e la casa si è improvvisamente riempita, senza contare la presenza di quasi tutti i Padri Monfortani appartenenti alla delegazione Perù - Brasile.

14 agosto 2008

Sono gli ultimi giorni della penultima settimana; dalla prossima inizierò a sentire la tristezza dell’imminente partenza. So che è giusto tornare a Milano, so che la mia vita è più òi che qui, ma è come se avessi trovato una pace, una dimensione di tranquillità e serenità che ho paura di non poter rivivere in Italia.
Forse invece è solo il dispiacere di abbandonare delle persone che mi hanno riempito minuti, ore e giornate con tutto ciò che la gente può offrire: musi, grida di gioia, sorrisi e silenzi snervanti. Ogni cosa la porterò nel cuore credo per tutta la vita, ogni minuto che ho vissuto è entrato nel mio bagaglio emozionale e non sarà facile cancellarne neanche un minuto.

Continuo ad andare a La Era, ma questa con Mauro. Quanto l’ho sognato tutto questo!!
I bambini si sono affezionati a lui come se lo conoscessero da anni e lui, da parte sua, fa di tutto perché loro siano a proprio agio. Il gioco preferito di Mauro è la trottola e sorrido mentre lo vedo estasiato di fronte alla bravura di Cristian o Daniel.
I due si dilettano a far stupire Mauro con i loro movimenti precisi e studiati e lo osservano mentre lui prova a riproporre i loro insegnamenti, con risultati via via sempre più effettivi.
Anche i ragazzi di bergamo si sono inseriti attivamente nel progetto e, pur non parlando lo spagnolo, aiutano i bimbi a fare i compiti, dividendo il loro tempo tra il Vallecito e Huaycan.

Credevo si sarebbe formato un gruppo più affiatato, ma non sempre succede ciò che ci si aspetta. Forse è colpa mia, ormai abituata a stare da sola, forse del fatto che loro sono già un gruppo.
Ma di certo l’infrangersi delle aspettative non mi causa ansie tipiche del mio passato. La presenza di Mauro è stranissima qui, ma assolutamente piacevole. Vado a letto più tardi e non riesco mai ad alzarmi all’ora di colazione e al mattino sono sempre con lui quindi non ho più tempo di scrivere il blog, ma non posso certo dire che tutto ciò mi dispiaccia visto che la sua assenza dopo un po’ era diventata insopportabile.

Luciano è presissimo con i suoi confratelli e non ha molto tempo da dedicarmi. Spero che settimana prossima si accorga che me ne sto andando e si trovi qualche minuto da regalarci perché mi dispiacerebbe molto non poter “tirare le somme” di questi nove mesi di convivenza con lui.

Ora scappo al Vallecito, i bambini si staranno già chiedendo che fine abbiamo fatto.

sabato 19 luglio 2008

Già sta finendo





Sto vivendo appieno le giornate peruviane, le ultime giornate peruviane da single e tra poco le ultime giornate peruviane in generale.
Tutto ha una inizio e una fine, anche quest’esperienza che sembrava essere lunghissima, già volge al tramonto.
Mentre guardo i bambini che giocano, mentre salgo sulla collina con una decina di bambini e sento, da ogni angolo del Vallecito, voci che gridano il mio nome, mentre vedo Evelyn che mi si getta tra le braccia ogni volta che mi vede, mi metto a pensare “non voglio tornare”.
Questa è vita, questa è libertà, questo è quello che voglio io.
Chissà come riuscirò a dimenticare tutto questo, chissà se lo dimenticherò, chissà se starò bene senza i miei bambini dalle unghie nere e dai capelli pieni di nodi, chissà se mi abituerò a mangiare senza Abilio e Luciano, senza gli scherzi di Luis, senza dire il Rosario alle sei e un quarto, senza ridere delle malattie immaginarie di Abilio, della canzone “negro” di Luciano, dei panini alla marmellata di Luis.
Tutto questo però sapevo che sarebbe finito, che avrei iniziato a pensare con tristezza il giorno della mia partenza, che avrei cercato ogni scusa possibile per prolungare la mia permanenza qui.
Cosa mi trattiene?
Ancora non lo so di preciso, ma di sicuro sento un vuoto enorme a pensare di tornare. Perché Milano c’è sempre, alla fine vivrò e morirò li, ma il mio Perù finirà con agosto e allora non so quando tornerò a viverlo.

venerdì 18 luglio 2008

Alla Era con Isabel, Valentin, Danis e P.Luis


Nicol e la sua nonna
Jefferson, il mio tesoro

Mentre salivamo alla croce, i bambini che incontravamo si univano al gruppetto.
che bei momenti.

giovedì 10 luglio 2008

I bimbi e tutto il resto


Doccia e combi giallo: la Era!
Arrivo e i bambini corrono a baciarmi e a farmi gli auguri, anche alcune mamme.
Ceno con loro e arriva Luciano che distribuisce cioccolatini qui e la.
Poi mi cacciano dal comedor e non capisco perché visto che le feste di solito si fanno nella sala più piccola.
Non posso guardare né entrare.
Vedo arrivare una valanga di gente e dopo poco mi accorgo che hanno tolto tutti i tavoli dal comedor e hanno appeso tantissimi palloncini e un cartellone con scritto “Feliz cumpleanos Gaia”.
Mi siedo e Hermana Juanita presenta la serata. Ci sono bimbi, mamme, l’Hermano Daniel, H.na Lucia, Laidy, Daniza e una loro “sorella”.
Entrano Niels e Ruben con chitarra e charango e iniziano a cantare la serenata tipica per il compleanno peruviano.
Poi Tonio, uno dei professori, mi invita a ballare e faccio la mia figuraccia per non sapere i loro balli.
Mi chiedono di cantare una canzone e io chiamo i bambini vicino a me in cerchio e cantiamo “se sei felice”, l’anno scorso l’avevo insegnato a loro e se lo ricordavano ancora, soprattutto Patty!
Mi sono ricordata di Ginevra, a capodanno, quando Mauro suonava e io facevo i gesti alla festa dei popoli.
Prima ancora del mio show, si sono avvicendati canti popolari, suonati dai miei bimbi, e due canzoni cantate da Adeliz, una gran voce!
Altri balli si susseguono ed in fine le luci si spengono.
Una mano mi tira fino al centro del comedor e li mi lascia.
Mi fanno voltare e mi ritrovo davanti a Gustavo e Roy che hanno in mano due splendide torte con due candeline.
“Due desideri!”, urlano!
“Che venga maurooooo!”, gridano i bambini!
“No, quello già lo so! Adesso ho due altri desideri! Il primo è che io possa ritornare qui da voi tra qualche tempo ed il secondo che la nostra amicizia, il condividere questi mesi abbia arricchito almeno un po’ ognuno di noi!”.
Spengo le candeline.
“Mordiiii”, dice Gustavo.
Io non voglio, ho paura che mi distruggano quella bellissima torta in faccia.
“Mordiii”, ripetono in coro.
Ok, mordo, e come previsto mi ritrovo mezza faccia piena di caramello.
Allora mi pulisco dando baci a tutti i bambini che ridono.
Ballo con Andres, che ha saltato i suoi allenamenti per stare con me e con Christian, in fila per il ballo, dall’inizio della festa.
Poi Jeferson, vedendo che tutti ballavano con me, ingelositosi, mi ruba alla massa e si butta tra le mie braccia.
Bellissima festa, con tante persone e tanto amore.
Mancava gente, la mamma di Roy, ancora arrabbiata con me; la madre di Techi arrabbiata con il mondo; la mamma di Deisy, al compleanno della prima figlia.
Ma non importa, io avevo un mondo nel cuore e mezzo mondo davanti agli occhi.
Ovviamente alla fine non è mancato il momento delle mille foto!

In ritardo, cronaca del mio compleanno

Alle sei meno un quarto del mattino la nonna Gilda chiama a casa! Luciano bussa alla porta insistentemente finchè mi alzo e, assonnata, prendo la cornetta.
La nonna grida tanti auguri e io le rispondo con un “tu sei matta”.
Cerco di riaddormentarmi, ma stupidamente accendo il computer e leggo una mail di Mauro che diceva che non ci saremmo sentiti, se non via messaggio.
Mi arrabbio e mi rattristo, gli rispondo male finché non mi dice che voleva farmi una sorpresa. Mi ammutolisco e sorrido.
Intanto leggo vari messaggi di amici qua e la sparsi per il mondo: Mirko, Scupy, Paolo, l’Ale Corechà, Fella, Niki, Scara, la Zazza, Vale, la fra Magna, la Francy, l’Ale, la Lea, Daniele, Niko, Giovanni, Walter, Marina, Letizia, Paolo Campagnano, Falbio, Elena, Vania, Luca Scupy, Luca Guerriero, Ale Paga, Fratello, Garne, Jesus, Argenis, Ambra, Edo, Luca Salvadori, Gaia Avella, Jose Angel, Leo.
Mamma e papà chiamano e mi cantano “tanti auguri” in diretta.
Che strano!
La mattinata prosegue tranquilla, in casa tutti mi fanno gli auguri e mi prendono in giro per la “sbronza” di ieri sera, come se fossi stata ubriaca marcia, mah!
Gonfio un po’ di palloncini e li attacco qua e la nella sala da pranzo, intanto Angela corre a prendere i cappellini che aveva messo via per l’occasione.
Torno per qualche minuto in camera, sono già stanca prima di iniziare la giornata.
Quando rimetto piede in sala noto che P.Luis ha scritto su ogni palloncino frasi come “Mauro vieni presto!”, “Mauro non ce la faccio più”, ”Gaia oggi in TV”.
Che ridere!!!
Zoila ha cucinato due lasagne, una con carne, l’altra vegetariana.
Mi sono accorta di avere proprio tante mamme, oltre la mia vera!
Cantano tanti auguri i Spagnolo, poi in inglese, poi in portoghese e finalmente anche in italiano.Scarto i regali dei padri e di Charo: dolci, una bambola del brasile, un profumo chiamato esattamente come me!

martedì 8 luglio 2008

A casa di Angelica

Vorrei parlare di ogni persona che ha partecipato al mio ventiseiesimo compleanno.
La cosa che mi dispiace è che ci sarà sempre un primo ed un ultimo nella lista, ma non credo importi questo, visto che tutte le persone che si sono fatte vive e in quattro, hanno reso questo giorni indimenticabile, a partire dal 6 luglio …
Inizierò rispettando la cronologia degli eventi, come una cronista in una partita di pallone, ma con il cuore in mano … quindi facciamo una finale dei mondiali.

Il sabato mi sveglio presto, prendo i tre salami di cioccolato preparati per l’occasione e mi avvio verso Puerto, dove Angelica mi aspetta per fare la spesa.
Compriamo l’occorrente per una semplice pasta al pomodoro e basilico e per delle peruviane “pappas a la huancaina”.
Arrivate a casa iniziamo a cucinare con l’aiuto di Jasmin, la figlia di Angelica, mia coetanea.
Angelica, molto gentilmente, ha prestato casa sua per farmi una festa di compleanno con tutti i professori del progetto.
Il sole splende e io non ho stirato la maglietta che porto sotto il maglione di lana. Credo che il mio problema ce l’abbiano in molti perché noto visi accaldati, ma nessuno si toglie il maglione.

Do il via al pranzo e al primo brindisi. Così dalle due del pomeriggio fino alle nove di sera le bottiglie di birra continuano ad entrare in casa.
Le danze si aprono verso le due e mezza.
All’inizio si è tutti molto impacciati, ovviamente mi fanno ballare le loro danze locali per le quali bisogna proprio essere peruviani per riuscirne a prendere il ritmo.
Finalmente Jasmin mette su un po’ di musica revival e qui mi scateno con Juan, sotto gli occhi della moglie immobile, con in braccio il loro bambino.
Arturo mi guarda e cerca di seguire i passi che faccio, i due professori di musica, Ruben e Niels cercano di non ridere mentre vedono “l’Hermanita”, spogliatasi di ogni inibizione.
La signorina Nilda, paralizzata per metà corpo, tenta anche lei, incitata da Juan, e si diverte.
Carina e Jasmin sono le più giovani, ma anche le più statiche. Solo verso le cinque iniziano a muoversi un po’.
Intanto mi arriva il primo messaggio di auguri da Mauro...la è già mezzanotte!
La festa finisce alle 9 quando devo fare ritorno a casa.
Sono brilla e i padri, quando mi vedono entrare, iniziano a prendermi in giro, sapendo bene che a queste feste è quasi impossibile rimanere completamente sobri, visto che “tu sei la festeggiata” e quindi DEVI fare i mille brindisi che si susseguono interminabili.