giovedì 6 marzo 2008

5 marzo: il mio giorno libero.

Il mio giorno libero.
Il mio giorno libero lo passerò a Lima, facendo compere per i miei piccoli pulcini del comedor.
Il mio giorno libero lo passerò anche con Arturo che mi accompagnerà a fare queste commissioni.
Nel mio giorno libero, a Lima, spero non mi derubino perché perderei 200 euro del progetto e forse mi toccherebbe ridarli … e non ne ho molti.
Il mio giorno libero inizierà alle nove e mezza.

Ecco sta per iniziare.

Esco di casa e mi aspetta Arturo con Jorge al volante, ci scarica davanti alla fermata del combi che in un’ora e mezza ci porterà a Lima.
Il caldo ci abbrutisce, non riesco a dire due parole senza sospirare ed asciugarmi la fronte.
Lui sembra tranquillo, mi cede volentieri l’ultimo posto libero sul bus e rimane in piedi tutto il viaggio.
Dal finestrino osservo le varie tappe del percorso che mi offrono panorami scioccanti: da Nana, fedele casa, si passa per Huaycan, dove dovrebbero scrivere “lasciate ogni speranza voi che entrate”, costeggiamo Vitarte, qui mi dice di chiudere il finestrino, i ladri si attaccano al mezzo e rubano dalle fessure aperte per il caldo soffocante; si scorrono zone ai margini di Lima, posti dove la povertà è padrona, dove le persone, accasciate sui marciapiedi aspettano solo che la manna già piovuta molto tempo fa, ricada su di loro per saziarli almeno un po’.
La visione sconcertante di uomini, donne e bambini seduti per la strada, nera, sporca, come i loro vestiti, le loro gambe, i loro visi, mi lascia a bocca aperta, mi chiedo come tornerà a casa quella gente, quando tornerà e soprattutto se tornerà in una casa o piuttosto non si addormenterà nello stesso punto che accoglie il loro corpo tutto il giorno.

Le compere procedono bene, torniamo a casa stanchi morti, ma rilassati.

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