venerdì 7 marzo 2008

Bruciata dal sole

5 marzo 2008


Colazione, preventivi, chiacchierata con Mauro,riassetto della stanza, pulizia del bagno: il tutto in quelle poche ore che intercorrono dal mio risveglio (6.15 del mattino) al momento in cui Juanita irrompe nella mia stanza dicendo di andare.
Dice che è meglio ora, che le famiglie adesso sono a casa ed è più facile trovare tutti quanti.
Usciamo così di casa nel giro di un minuto, scrivo a mauro rapidamente, purtroppo non ho molto tempo.
Arrivate al Vallecito iniziamo la nostra scalata verso la casa di alcuni ragazzini che hanno abbandonato la scuola per dedicarsi semplicemente ad oziare.
Bussiamo alla porta, chiediamo in giro se qualcuno sa dove siano, un bimbo seduto sulla soglia di casa sua, con il braccino magrissimo, mi indica il comedor popolare, dove effettivamente incontriamo la madre di Marcus, Hannibal e Yessenia.
Juanita fa accomodare alcune madri con i rispettivi bambini e mi lascia la parola.
Spiego brevemente il progetto e i bambini sembrano interessati, le madri più di loro.
Mi chiedono se non sia solo per i bambini che stanno alla mensa di Enrico (Sorriso per il Perù), rispondo loro che il programma è aperto a tutti, preferibilmente ai bimbi che hanno già compiuto i 13 anni.
Sembrano loro infatti quelli più a rischio.
Come in tutti gli adolescenti, si osserva in loro una mancanza di voglia di fare, una carenza nelle materie dove i prof sono più severi, un desiderio di fuga e ricerca di divertimento sfrenato.
Alzano la mano due ragazzine sui 14 anni e le iscrivo subito.

Ci alziamo dalle seggioline offerteci dalle signore della mensa popolare e ci incamminiamo verso altre case.
Il caldo è insopportabile, mi brucia le spalle e la faccia.
Riusciamo ad incontrare altre due famiglie e le avvisiamo della cosa che stiamo realizzando.

In due ore giriamo in lungo e in largo le vie del Valle, parlando con grandi e piccini, conoscendo un po’ più a fondo la piccola realtà della mia gente.

E’ la una e mezza e io sto svenendo di fame, inoltre avevo promesso a mauro di essere a casa per quell’ora.
Corro a casa, ma sono troppo in ritardo e Mauro è già andato via.
Un po’ di malinconia mi sorprende ed inizio a ragionare sul fatto che non è giusto che io abbia lasciato i miei impegni per vedere lui, che non è corretto ne per me ne per le persone che vivono qui con me.

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