domenica 28 ottobre 2007

Un mio limite

Prego le lodi, come da molto tempo non facevo, mi sposto in chiesa e mi avvisano che tra poco ci sarebbe stata la messa per i disabili.
Non so che cosa io abbia, ne se io abbia effettivamente qualcosa, ma non me la sono sentita di vedere i poveri disabili.
Li ho intravisti e non ho retto, sono scappata.
In Italia danno loro la possibilità di vivere comunque degnamente, qui la povertà li emargina doppiamente, impedisce loro di migliorare le prestazioni fisiche, quelle sociali, al contrario, sembrano più sviluppate qui che in Italia.
L’altro giorno ho visto un bimbo che non può camminare.
Non aveva una sedia a rotelle, non poteva stare seduto su una sedia normale poiché sarebbe caduto, quindi la sorellina poco più grande di lui lo aveva accomodato davanti alla casa, sulla stradina di polvere chiara, a piedi nudi, con i vestiti lerci, le mani sporche e bagnate dalla sua saliva.
In Italia questo non sarebbe successo: non c’è sabbia ma asfalto, le persone hanno i passeggini, le sedie a rotelle, le mamme fanno in modo che le sorelline non agiscano in modo improvvisato, abbandonando un fratello disabile sulla strada.
Insomma, il cuore mi si è stretto.
Cosa si può fare per tutte queste situazioni di miseria, di ignoranza?

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