domenica 14 ottobre 2007

Ho bisogno di libertà


Da quando sono qui non mi sono mai mossa da sola, se non per girare l’angolo, sorvegliata a vista da una delle donne della casa.
Oggi è giunto il giorno di uscire da sola.
“Luciano, posso uscire?”
“Da sola no”, risponde gentilmente
“Ma perché? Vado solo fino all’entrata di Nana e poi ritorno!” Ci riprovo con tono di supplica.
“Va bene, mi compri un porta cd?”
Fantastico, ne avrei comprati anche venti.
Corro nella mia stanza, mi trucco, mi pettino ed esco.
“Vieni a fare un giro?”
“Ah! No, io vado da sola”, rispondo a Battista, pensando l’avesse mandato Luciano per accompagnarmi.
Esce Luciano e mi assicura che mi stavo sbagliando, che si trattava di un caso.
Ok, mi convinco, anche perché, a sentire Battista, sarebbe stato a Huaycan, io di mio non ci avrei messo piede oggi su un combi, quindi avrei facilmente recuperato la mia libertà non appena lui avesse preso quella cosa che tutti qui chiamano autobus.


Arriviamo al pulman per Huaycan, visto che gli riconfermo la mia intenzione di non andare, mi dice che mi avrebbe accompagnato per un pezzo verso casa poi sarebbe tornato.
“Non, preoccuparti, per favore!”
“No, no, non posso lasciarti qui, devo portarti a casa, qui che è pericoloso!”
Ma doveeeee????
Dove è pericoloso?
Ci sono mamme, bambini e giovani che passeggiano, la gente sorride, io non do confidenza a quelli che non penso ne siano degni e stop!
No, si incammina verso casa, dal lato opposto del negozio di cd. Lo oltrepassiamo e penso che era troppo tutto questo, che mi sarei ribellata in uno, due, tre secondi:
“OK, grazie molte. Tu vai pure, io torno dai ragazzi la!”
“Ah, ma tu vuoi stare da loro!”
“No, io non voglio stare da loro, io voglio stare da sola ed essere libera di decidere dove cavolo andare, non ho paura, ma allo stesso tempo sono prudente. Per favore, vai.”
In realtà avevo già scritto di bimbi, frati, suore ed anziani, ma mai nulla di giovani. Volevo fare due chiacchiere e scoprire qualcosa del mondo over 15 e under 50 peruviano.

Niente, ci riincaminiamo verso il negozio che precede di pochi metri la stazione degli autobus, ma questa volta non mi fermo al negozio, tiro dritto verso l’autobus.
“Allora vieni?”, chiede.
Non rispondo.
Davanti al pulman lo convinco a salire, mi libero di lui e sorridente rientro nel negozio con la pessima scusa di comprare il cd che aveva appena comprato il mio carceriere.


Mi chiedono se posso uscire con loro, e con immenso dispiacere comunico che non mi è permesso uscire la sera con gente che non conosco bene.
Spiego che vivo con i padri monfortani ed è a quel punto che uno di loro mi dice che conosce Padre Luciano.
Nella mia mente si apre una finestra sottoforma di fumetto dove loro vengono alla casa a chiedere il permesso a Padre Luciano perché io esca con loro.
La nuvoletta felice scompare e ritorno alla realtà: chi di loro avrebbe affrontato uno sbattimento tale solo per una gringa sconosciuta?


Bene, mi congedo da loro, con immenso dispiacere, mi chiedono di restare, ma la terra si sta oscurando e devo rientrare prima che sia nero pesto, altrimenti avrei veramente avuto paura.
La strada che devo affrontare per arrivare alla casa è per un tratto deserta e comprende inoltre un ponticello alquanto pericoloso per il poco spazio concesso ai pedoni e per il gran numero di macchine e mototaxi che lo percorrono.
Ringrazio per il passaggio che mi offrono, ma ricordo il divieto insindacabile di prendere un qualsiasi mototaxi da sola.
Mi avvio velocemente verso casa, devo entrare nel cancello prima che Nana diventi pericolosa.

2 commenti:

Menik ha detto...

Ciao Gaia,
credo tu stia vivendo un'esperienza significativa per la tua vita.
A te la scelta se viverla con i residui e i malumori della tua vita in Italia, o viverla con la mente libera da tutto.
Qualunque scelta farai credo che quando tornerai a casa la tua vita sarà comunque migliore.
Da così lontano, ti sono vicino.
Renato

Beccoblu ha detto...

“No, io non voglio stare da loro, io voglio stare da sola ed essere libera di decidere dove cavolo andare, non ho paura, ma allo stesso tempo sono prudente. Per favore, vai.”

questi non hanno ancora capito con chi hanno a che fare... ;-)

ciao giovine, un abbraccio (e ora mi leggo a ritroso tutto il blog...)