martedì 1 aprile 2008

Nella bisca

Esco a passeggiare e incontro proprio lui, Arturo. Mi avrà seguita?
Mi dice che sta con un amico arrivato oggi da un viaggio di alcuni mesi.
Mi invitano a bere con loro ed io accetto, anche se sono solo le quattro del pomeriggio!!
Arturo mi viene a prendere a casa e mi sembra più strano del solito.
Mi accompagna in una vietta secondaria, dove non siamo mai andati, tutte case e niente bar.
“Ok, qui dentro!”, mi indica una porta di un negozietto dove vendono di tutto e mi inizio a preoccupare.
“Ma io pensavo fosse un pub!”, rispondo sconcertata.
“Non preoccuparti”
Bussa tre volte e un ragazzo apre la porta chiusa a chiave; mi guarda, poi rivolge il suo sguardo interrogativo verso Arturo, che lo rassicura dicendo che sono una sua amica.
Entro nel negozio che ha tutta l’impressione di essere chiuso.
Arturo mi spinge verso una porta che dà sul retro, mi ci infilo e mi ritrovo in un film di mafia e bische clandestine.
Per fortuna il padrone del posto non è un malavitoso, ma un simpatico gay che ci prova con Arturo, il quale usa la mia persona come scudo.
Ci sediamo ad un tavolino sotto una tettoia fatta di assi e edera intrecciata, qualche grappolo di uva ormai secco, pende dal suo sostegno. Sulle pareti intonacate alla buona, si trovano poster delle birre più famose in Perù.
Gli uomini seduti ad un tavolo vicino a noi giocano a carte ed urlano ad ogni goal segnato dalla squadra seguita.
L’amico di Arturo, Ernesto, inizia uno sproloquio sulla sua vita difficile, ma ora ricca e soddisfacente; ci enumera le mille volte che ha aiutato i bambini, i suoi viaggi in Africa; l’ammontare delle ore dormite in una settimana: tutte storie inventate dalla sua mente atta a vantarsi di fronte ad un’europea e ad un amico sicuramente più povero.
Beviamo quasi otto bottiglie di birra e ci spostiamo ad un ristorantino dove mettono dischi italiani, anni 70.
Un’atmosfera lontana da quella che respiro con i miei bambini a La Era, ma ugualmente piacevole, mi sono sentita un po’ a casa mia.

1 commento:

mave ha detto...

Ciao Gaia,
credo che se scrivi anche in Inglese potrai raggiungere più persone... Buon Viaggio
Mauro