mercoledì 30 aprile 2008

Come si ama?

Il tempo vola. Due mesi e due giorni.
Senza praticamente capire che le ore scorrono, mi ritrovo ad aver già speso un terzo della mia vita peruviana.
Il progetto prosegue con le sue gioie e i suoi dolori.
La mia solitudine quotidiana mi rafforza e mi da coraggio.
Qualche tempo fa non sarei riuscita a condurre una vita così, senza amici con i quali confidarti, senza molti punti saldi, senza momenti e possibilità di sfogo.
A volte sento il disperato bisogno che qualcuno mi ascolti, anche solo per sentire la mia felicità nel parlare del progetto.
A volte è come se mi abbattessi, ma non per troppo tempo.
La grande forza che non credevo di avere mi accompagna e cresce di giorno in giorno.
Saranno i miei bambini?
Non lo so, perché se fossero solo loro il motivo, dovrei ritrovarmi distrutta un giorno si e un giorno no.
I bimbi sono incostanti, come è incostante il loro amore immaturo.
Prendiamo Jeferson, il bimbo più amato.
Si sta comportando malissimo, non viene a fare i compiti se non lo prego in ginocchio, fa il bulletto con gli altri e va sempre accompagnato dai teppistelli della zona.
Cos’ho sbagliato?
Cosa si può sbagliare nel dare amore?
Poi mi sono ricordata i racconti di Enrico e Aida che parlavano della piccola Gianela. Anche lei dopo poco aveva iniziato a chiedere e pretendere, a disobbedire e allontanarsi.
Ma allora qual è la maniera giusta d’amare?
Esiste un libro che me lo spiega?

I loro genitori li allontanano, non li abbracciano, non danno loro amore. Hanno bisogno di affetto questi piccoli bambini. Questo è chiaro.
Ma fino a che punto posso spingermi?
Qual è la soglia tra l’amarli e viziarli?

Mi rendo conto di come sia enormemente difficile crescere dei bambini. Di come sia una costante prova di maturità, calma e ponderazione. Mi accorgo che forse io non sarò mai una precisa ed equilibrata combinazione di questi elementi.

1 commento:

patti ha detto...

...Mi accorgo che forse io non sarò mai una precisa ed equilibrata combinazione di questi elementi...
E chi lo sarà mai?
Come si ama?
E' l'eterno dilemma che ci poniamo noi genitori: amare fino a che punto? Incondizionatamente!
Ma come amare? Cercando sempre il bene dell'altro, anche se questo al momento ci impone di dire dei "no" che fanno male, che sembrano ferire i nostri figli, che fanno soffrire anche noi. Quante volte è più facile dire "sì", e quante volte quei "sì" sono un segno di resa e di debolezza, non di amore. Quante volte quei sì hanno indebolito le risorse dei nostri figli e non li hanno affatto aiutati a crescere.
Quei sì, che al momento sembravano fonte di gioia, hanno creato fragilità e incapacità a affrontare il dolore che inevitabilmente incontreranno sulla loro strada.
I bambini capiscono chi gli è vicino...prima o poi! Sulla bilancia dell'amore i "no" e i "sì" sono sullo stesso piatto, sull'altro la parte di noi stessi che gli abbiamo regalato.
Con infinito Amore
Mamma