sabato 3 maggio 2008

Rinunciare?!

Al Vallecito la vita continua tranquilla.
Sono Jeferson è diventato ingestibile.
La nonna di Andres mi sta confezionando un vestitino lilla al modico prezzo di 20 soles (pari a 5 euro).
Intanto il mio macramè prende forma, e sono già alla terza collana.
Le sigarette sono un ricordo che a volte emerge e scompare da solo.
La mia forza è sempre Lui. Ormai è come se fosse qui, tutti mi chiedono come stia e quando arriverà a condividere finalmente con me questa vita strana, ricca.
Il mio futuro lo lascio perdere, ho rinchiuso i pensieri in uno dei cassetti reconditi della mia mente, uno di quelli che sai che c’è, ma non vai ad aprire quasi mai.
Mi sento piena di energie, decisa a vivere ed assaporare ogni istante del mio Perù.
“Ma non è il caso che torni prima e metti a posto la tua vita, gaia?”, mi dice Sara.
La domanda arriva a bruciapelo. Non ci avevo mai pensato, dico mai!
E non credevo fosse possibile che qualcuno non credesse in questa esperienza, tanto da consigliarmi di abbandonare tutto e tornare.
Io ci credo.

1 commento:

patti ha detto...

Quando ero giovane e bella leggevo e credevo...adesso tocca a te!
"...Che Guevara...ha dimostrato di essere un cristiano "naturale": è stato capace d'impegnarsi per la lotta della giustizia ed è morto per essa...noi crediamo che l'uomo cristiano e l'uomo non cristiano, un po' simbolizzati da padre Camillo Torres e dal Che Guevara, possono camminare insieme per fare una nuova società, sempre sulla base della vera onestà e del coraggio, per restare fedeli, fino alle ultime conseguenze, all'ideale della giustizia, a vantaggio dello sviluppo dei popoli...
Quando parlo di rivoluzione non parlo di odio. La lotta rivoluzionaria è una lotta cristiana. Per noi cristiani non solo è lecito, ma doveroso, optare per la rivoluzione..."
Da "Il cristiano e la rivoluzione"
1968 - £ 500
La tua vecchia mamma comunista nel cuore