lunedì 5 maggio 2008

Grupo 5

“Gaia, il Grupo5 suona stasera allo stadio di Moron!”, dice Zoila.
“Wow, perché non mi porti?”, le chiedo con tono di supplica, sicura che comunque Luciano non mi avrebbe dato il permesso.
Zoila mi prende il braccio e mi trascina da Luciano: “Padre, posso portare Gaia a un concerto?”
“Si, quando?”, risponde lui tranquillo.
Gli diamo tutti i dati: luogo, gruppo in questione, costo del biglietto, orari.

Arrivano le 21. Il momento di andare al concerto.
Isabel chiama dicendo che suo zio tarderà un pochino. I miei occhi brillano, non ho molto piacere nel vederlo. Ultimamente sia lui che Arturo si sono fatti più insistenti, tremendamente appiccicosi.
Lascio la casa e salgo in macchina del fratello di Lily, la cugina di Zoila.
Sembra che quest’ultima sia andata a prendere sua figlia Zoilita e che ci raggiungano tra poco.
Arrivate allo stadio, la gente si accalca per comprare il biglietto.
Ci sono due file per comprare i biglietti, e una per entrare.
Bisogna fare due file minimo per riuscire a passare “la selezione”.
Entrano Lily e il fratello, mentre Isabel mi avverte di non aver nemmeno un soldo, per cui avrebbe aspettato suo zio fuori.
Io mi ritrovo a non sapere che fare, se lasciare Isabel, una sedicenne poco vestita, in mano agli ubriaconi che riempiono la strada, o lasciar morire di spavento Lily, che è dentro e non mi vede.
Opto per accompagnare Isabel casa e correre dentro al concerto.
Mi ritrovo senza ne l’una, ne l’altra.
Finalmente qualcuno mi si avvicina e mi saluta, sono due di Moron Chico, dopo pochi minuti noto altre persone conosciute, mi tranquillizzo finchè non vedo Lilly che corre verso di me.
Dopo poco arrivano anche Isabel e Zoilita, senza sua madre: il biglietto costava troppo.
Ok, ricominciamo!
La calma apparente racchiude insidie tremende.
La nostra attenzione è rivolta verso il palco, balliamo e cantiamo mentre aspettiamo che il Grupo5 faccia il suo ingresso.
Lo stadio è ancora semivuoto.
Improvvisamente tre persone davanti a me, un uomo e due ragazze, decidono di andarsene e cercano di farsi spazio proprio tra me e Lily.
Mi sento trascinata via, anche se in realtà occupo sempre il medesimo posto.
I tre premono e spingono, ma in una maniera anomala, come se spingessero ma non si decidessero a passare effettivamente, alla fine spingo io la ragazza più bassa e se ne vanno.
“Attenta Gaia, quelli che fanno così sono ladri!”, dice Isabel che mi ha aiutato a cacciarli via.
“Ma va!”, dico io. Ma, toccandomi la taschina della giacca jeans, urlo: “mi han preso il cellulare!”.
In questi momenti sfido chiunque nel ragionare e trarre una decisione sensata. Io ho mollato tutti e mi sono data all’inseguimento.
Pochi secondi dopo i tre cretini si compiacevano di tutti i cellulari rubati, tirandoli fuori dalle loro tasche. Prendo l’uomo dalla giacca e lo strattono con violenza, “dammi il mio cellulare!”, gli urlo, ricevendo risa in risposta.
Grazie al cielo, in soccorso arrivano Isabel e Lily ed in fine il fratello che prende una delle due donne per il colletto della giacca e la alza di peso.
Lily si ritrova con i mano il mio cellulare, i tre scappano, io non capisco in che modo, ma mi ritrovo di nuovo davanti al palco, con le gambe che mi tremano e il mio cellulare nel reggiseno.

Nessun commento: