mercoledì 21 maggio 2008

La Morte...un mistero da contemplare.


La morte è un grande mistero e questo nessuno lo mette in dubbio.
Questo si sa, senza pensarci però troppo su.
Si dice e stop.
Ho provato a viverlo, lontana dal mio paese, usanze diverse, persone diverse, occhi diversi e lacrime differenti.
Passeggiavo come al solito per il giardino del Centro Montford, la mia casa, e ho visto un uccellaccio nero, orribile, grandissimo.
“Arriva la morte!”, ha detto Padre Carlos, rifacendosi alle credenze della sierra.
Mi sono rinchiusa nella mia stanza a pensare alla mia storia con Mauro. La mia mente era già presa da pensieri tristi: mi manca da morire, sapere che non verrà qui mi svuota il cuore.
Mi hanno bussato alla porta, era Zoilita.
“Gaia, hai saputo? Lizet è morta!”, dice tranquilla.
Si suppone che, essendo una sua amica, avrebbe dovuto essere disperata, angosciata. Insomma, Lizet aveva 17 anni, diciassette!
“Cavolo Zoila, facciamo una preghiera!”, ho detto io, sicura che era venuta per chiedermi di sfogarsi.
“Si, magari dopo. Mi aiuteresti piuttosto con il compito di inglese?”, mi ha chiesto tranquilla.
Il mio “certo!”, è stato diretto, freddo, tanto quanto la sua assurda domanda in un momento come questo.
La mia indole “latina” mi portava a gridare, chiedere perché, com’era successo, la sua tranquillità sfiorava il cinismo. Tutto questo mi ha fatto paura.
Cos’è la morte per una ragazzina come lei? Capisce cos’è accaduto? Pensa sia uno scherzo che finirà domani?
L’ho aiutata nel suo compito e sono uscita a cercare Arturo e Pato, il fidanzato di Lizet.

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