martedì 8 aprile 2008

Jeferson e Geyson

Con P. Luis mi allontano verso casa. Di fianco a noi ci sono i due fratellini muti, ma sorridenti.
Aprendo la porta di casa, i loro volti si dipingono di stupore e meraviglia, gli piace il cortile, si mettono a giocare mentre io mi faccio una doccia.
Ringrazio Dio per il dono che mi ha fatto, la possibilità di dare un sorriso è un’occasione speciale.

Mi faccio una doccia in fretta e mentre mi pettino sbircio dalla finestra: vedo Jeferson e Geyson che giocano nel cortile, sembrano felici.
Andiamo a Chaclacayo, ci sediamo al ristorante italiano, mi guardo, li guardo.
Io vestita bene, con i pantaloni neri appena comprati, una canottiera carina e i sandali più belli che avevo, loro con le magliettine bucate e sporchissime, i pantaloni ancora bagnati dalla piscina e macchiati di erba.
Padre Luis non si preoccupa, io spero che non mi facciano storie i capi del locale. Mi conoscono e mi trattano molto bene, ma non si sa mai.
Tutto fila liscio, P. Luis esagera ad ordinare e finisce che una pizza intera la lasciamo completamente, per i due bimbi prendiamo cannelloni e tortellini.
Jeferson assaggia i cannelloni e la sua faccina si dipinge di orrore.
“Cosa c’è tesoro?”, chiedo io ridendo.
A forza ingoia il boccone e non ne vuole sapere di mangiarne un altro. Il fratello si sforza e mangia un po’ di questo piatto, a quanto pare, orribile.
I ravioli per fortuna vengono divorati.
Certo che imparo poco alla volta!
Oggi la lezione numero mille: non dar da mangiare piatti all’italiana ai bambini peruviani!
Finiamo di mangiare, regaliamo la pizza ad un barbone per la strada, mentre i due fratellini vengono completamente rapiti da un ragazzo che propone giochi di prestigio.
Vende alcuni trucchi. P. Luis compra due giochetti e li regala a Jeferson e Geyson.
Poi prendiamo il combi e voliamo a Chosica.
Saliamo sul ponte, mangiamo un gelato, corriamo nel parco e li sfido a qualche gara di velocità, non sapendo che mi sarei poi ritrovata morta il giorno seguente.
Sull’autobus del ritorno, Jeferson mi prende la mano e mi accarezza, lo abbraccio forte e chiedo loro se vogliono venire a casa mia a guardare le foto della giornata.
Con un po’ di vergogna accettano.
Guardiamo le immagini di un giorno stupendo, poi vedo l’ora e li accompagno al combi giallo.

1 commento:

M ! R K O ha detto...

Ma anche mai dare a un italiano cibo peruviano... o un peruviano come cibo...Non sarebbe contento! :)
Scherzo tesoro! Sono sempre più orgoglioso di tutto quello che stai facendo!
Un bacio grosso come la distanza che ci separa..