domenica 4 novembre 2007

Viva Roma...

Pochi giorni fa ero davanti al collegio Sabiduria, dove studiano 1.200 ragazzine, dagli undici ai diciassette anni.
Entrò un tipo sulla trentina, poi venni a scoprire che ne aveva quarantadue, che parlava lo spagnolo con un accento conosciuto.
Rimasi in silenzio, fissandolo mentre parlava con il portiere della scuola.
Alla fine mi decisi ad aprire bocca: “tu non sei peruviano, sei de Roma!”.
“Terracina. E tu nemmeno sei peruana!”.
No, nemmeno io lo ero, ed ero felice di aver incontrato un italiano qui.
“E che ce fai qui?!”.
“Beh, sono venuta qui ad aiutare un po’, vivo con i monfortani. Conosci padre Luciano?”.
“E l’ho sentito nominà, ma dirte che in cinque anni che viaggio qua non ce siamo visti, me credi?”.
“Beh, lui era in brasile. Ma se vuoi te lo faccio conoscere io”.
Conversammo per quasi un’ora e mi raccontò dell’opera che aveva fatto a La Era, un quartiere veramente disagiato nei dintorni di nana.

Ci accordammo per vederci il giorno seguente.

Tornai a casa, passai tre ore a chattare con amici e mi sentii priva di possibilità missionarie.
Mi ricordai del Matogrosso, e feci un salto alla loro casa.

Fu talmente umiliante che tornai con le lacrime agli occhi.
Mi accolse una signora e una tipa della mia età, entrambe conoscevano Paolo Sanfilippo.
Mi spiegarono che, non facendo parte di un gruppo del Matogrosso la in Italia, non avrei potuto fare un esperienza con loro.
Ma è possibile???
Uno per fare del bene deve avere il tesserino???
Chiesi loro se c’era la possibilità di conoscerli in questi mesi, per poi unirmi a loro a gennaio e la risposta fu: “no, è difficile perche non condividi il messaggio del Matogrosso, non puoi capirci..”.

Lasciai la casa della delusione e tornai alla mia.
Mi sentii più forte, senza sapere il perché.

Insomma, iniziò tutto così.
Con una delusione.

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