lunedì 19 novembre 2007

Faggina..saggina...


Mi sono svegliata veramente prestissimo, temo di non aver fatto sogni stupendi nemmeno questa notte.
Mi chiedo il perché visto che mi sono addormentata senza problemi con una serenità sorridente che mi faceva brillare dentro.

Guardo la mia faccia riflessa nello specchio, tocco la mia pelle per sentire quanto questa vita la stia rovinando, pettino i capelli con la ricrescita più scura ben visibile, in contrasto con il biondo ossigenato della chioma: pare di toccare paglia, di pettinare fili sintetici annodati tra loro, di accarezzare i fini capelli di Barbi, belli i primi giorni in cui ci giochi, poi magicamente la bambolina si tramuta in un’oscena figura con la testa sormontata da una scopa di saggina.
E qui penso a Vale.
Lei che per “faggina” dice “saggina”, poi si scusa dicendo che effettivamente la saggina è quella che si caccia nei boschi, e allora la selvaggina che cos’è?

E qui la penso e sorrido.

Penso a quando dico io qualche frase inaspettata e sento da lei: "menomale che esisti!".

Menomale che esistiamo dico io.

Io, lei e il mondo.

Trovo nell’armadio un vestitino comprato a mille lire una decina di anni fa, lo indosso con sotto un paio di pantaloni di lino rossi.
Mentre cammino verso la sala da pranzo noto un sole stupendo che apre gli occhi alla vita.
La mia pelle si scalda nel breve tragitto che percorro per riempirmi la pancia tre volte al giorno.

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