martedì 13 novembre 2007

Ciao Enrico

Perché è sempre così: i migliori o li conosci troppo tardi, o se ne vanno troppo presto.
E così anche Enrico se ne va.
Domani lui non ci sarà più a La Era, non lo troverò alla porta di casa, non ci incontreremo al puerto di Nana.
Cerco di non dare a vedere la mia tristezza, il mio smarrimento.

Che farò?
Da quando lo conosco la mia vita peruviana è cambiata.
Ho conosciuto una realtà che non riuscivo a vedere, ho incontrato i ragazzini più poveri dei poveri, ho sofferto con lui per gli anziani del villaggio, ho visitato persone che non si ricordano nemmeno di essere tali.
Mi ha iniziato alla sua avventura e mi ha aperto le porte alla sua creatura, in modo del tutto naturale, gratuito.
Mi ha dichiarato cos’è la condivisione, l’amore, il sacrificio.

“Ecco qui, Abilio ti regala le chiavi di casa!”, dice Luciano.
Ma io so che quelle chiavi me le regala lui.
Sono emozionata, commossa. Alla fine io sono comunque un ospite, e lui mi ha dato le chiavi di casa sua!
Luciano è un’altra di quelle persone che stimo qui in questo arduo paese.
Se se ne andasse anche lui avrei dei seri problemi in tema di “ritorno in perù”.

Gli dico che sarei tornata a La Era in un’oretta circa per la festa di Enrico.
Mi dice che mi accompagna lui, guardo il cielo ed in effetti inizia già ad essere buio.

“Ma aspetta che ti do un regalo da dargli, io non entro, mi commuovo poi! E’ proprio una bella persona, Enrico!”, mi dice Luciano.

Arriviamo al comedor e Enrico ed Aida non ci sono, intanto si rompe anche il freno a mano. Li decide di andarsene.
Entro nel comedor e mi assalgono i loro saluti.
Guardo Roy, Deisy, Yefferson e i loro sorrisi mi riempiono di gioia.
Io li ho conquistati, loro hanno conquistato me.
E’ vero che tutti i bambini qui ti vengono a salutare, ti abbracciano e ti fanno festa, ma con i ragazzi più grandi e soprattutto con i maschi la cosa è differente.
Se non ispiri loro fiducia non ottieni nulla.

Arrivano Enrico e Aida e do loro il regalo di Luciano.
Mi fanno salire in casa loro e mi mostrano tutto ciò che dovrei sapere dell’appartamento, mi lasciano le chiavi, dicono di andarci quando voglio e, se dovessi tornare a gennaio, dicono che potrei stare li.
Mi commuovo, quasi mi metto a piangere.

La festa trascorre benissimo, i ragazzini mi chiedono se anche io me ne andrò.
Ho le lacrime agli occhi, guardo in basso, sussurro di sì.
“E quando ritornerà hermana Gaia?”
La voce si perde in una tremenda stretta al cuore.
“Non so se tornerò!”.

Nessun commento: