mercoledì 21 novembre 2007

Mi sento bene

Mi chiedo tuttora cosa tenesse dentro.
Si faceva pregare per tutto.
Mi chiamava, attirava la mia attenzione, poi, quando gli davo retta, sembrava che la mia presenza fosse un peso.
Le lezioni sono un modo per conoscerli, per stare con loro, per dare loro il mio tempo.
Lui si è presentato alla lezione, ma ogni minuto usciva dall’aula, io lo rincorrevo e lui mi diceva che io non lo volevo dentro l’aula.
Gli sorridevo, lo abbracciavo e con l’amore materno, che mi spunta ogni giorno da non so dove, lo convincevo a rientrare.



Ho sentito un forte colpo che proveniva dal piano di sotto, dove i ragazzini si erano fermati a giocare.
Sono corsa giù ed ho notato che non stavano facendo nulla di speciale, ho capito subito che mi stavano aspettando.
Così ho detto: “Beh, ci vediamo mercoledì, ok?”
In quel momento ho letto nelle loro facce tristezza, che si tramutò in sorriso e urla non appena dissi:”però potremmo vedere un po’ di tele!”.
Ci siamo sistemati tutti sulle sedie di legno e più che guardare la tele ci facevamo solletico, mi prendevano in giro per via della mia paura degli scarafaggi alati e ridevamo coprendo perfettamente la voce di Shakira alla Tv.

Infine ho preso spunto dai libri di Torey Hayden ed ho iniziato a fare massaggi.
I beneficiari: Roy, Deissy e l’amico di Watzon.
Il contatto fisico è qualcosa di estraneo a loro, anche se lo ricercano disperatamente.
Alla fine ho ottenuto un risultato esattamente uguale a quello con i miei ragazzi di milano: si sono messi tutti seduti uno dietro all’altro e a vicenda si sono fatti i massaggi.
Una stupenda catena di benessere.

1 commento:

paolo ha detto...

la forma dei vostri volti. sembra quel gioco d focus game ke prendi 2 persone e ne fai una faccia unica passando x 2 tappe intermedie.. + facile: tu non hai la faccia così rotonda