giovedì 10 luglio 2008

In ritardo, cronaca del mio compleanno

Alle sei meno un quarto del mattino la nonna Gilda chiama a casa! Luciano bussa alla porta insistentemente finchè mi alzo e, assonnata, prendo la cornetta.
La nonna grida tanti auguri e io le rispondo con un “tu sei matta”.
Cerco di riaddormentarmi, ma stupidamente accendo il computer e leggo una mail di Mauro che diceva che non ci saremmo sentiti, se non via messaggio.
Mi arrabbio e mi rattristo, gli rispondo male finché non mi dice che voleva farmi una sorpresa. Mi ammutolisco e sorrido.
Intanto leggo vari messaggi di amici qua e la sparsi per il mondo: Mirko, Scupy, Paolo, l’Ale Corechà, Fella, Niki, Scara, la Zazza, Vale, la fra Magna, la Francy, l’Ale, la Lea, Daniele, Niko, Giovanni, Walter, Marina, Letizia, Paolo Campagnano, Falbio, Elena, Vania, Luca Scupy, Luca Guerriero, Ale Paga, Fratello, Garne, Jesus, Argenis, Ambra, Edo, Luca Salvadori, Gaia Avella, Jose Angel, Leo.
Mamma e papà chiamano e mi cantano “tanti auguri” in diretta.
Che strano!
La mattinata prosegue tranquilla, in casa tutti mi fanno gli auguri e mi prendono in giro per la “sbronza” di ieri sera, come se fossi stata ubriaca marcia, mah!
Gonfio un po’ di palloncini e li attacco qua e la nella sala da pranzo, intanto Angela corre a prendere i cappellini che aveva messo via per l’occasione.
Torno per qualche minuto in camera, sono già stanca prima di iniziare la giornata.
Quando rimetto piede in sala noto che P.Luis ha scritto su ogni palloncino frasi come “Mauro vieni presto!”, “Mauro non ce la faccio più”, ”Gaia oggi in TV”.
Che ridere!!!
Zoila ha cucinato due lasagne, una con carne, l’altra vegetariana.
Mi sono accorta di avere proprio tante mamme, oltre la mia vera!
Cantano tanti auguri i Spagnolo, poi in inglese, poi in portoghese e finalmente anche in italiano.Scarto i regali dei padri e di Charo: dolci, una bambola del brasile, un profumo chiamato esattamente come me!

martedì 8 luglio 2008

A casa di Angelica

Vorrei parlare di ogni persona che ha partecipato al mio ventiseiesimo compleanno.
La cosa che mi dispiace è che ci sarà sempre un primo ed un ultimo nella lista, ma non credo importi questo, visto che tutte le persone che si sono fatte vive e in quattro, hanno reso questo giorni indimenticabile, a partire dal 6 luglio …
Inizierò rispettando la cronologia degli eventi, come una cronista in una partita di pallone, ma con il cuore in mano … quindi facciamo una finale dei mondiali.

Il sabato mi sveglio presto, prendo i tre salami di cioccolato preparati per l’occasione e mi avvio verso Puerto, dove Angelica mi aspetta per fare la spesa.
Compriamo l’occorrente per una semplice pasta al pomodoro e basilico e per delle peruviane “pappas a la huancaina”.
Arrivate a casa iniziamo a cucinare con l’aiuto di Jasmin, la figlia di Angelica, mia coetanea.
Angelica, molto gentilmente, ha prestato casa sua per farmi una festa di compleanno con tutti i professori del progetto.
Il sole splende e io non ho stirato la maglietta che porto sotto il maglione di lana. Credo che il mio problema ce l’abbiano in molti perché noto visi accaldati, ma nessuno si toglie il maglione.

Do il via al pranzo e al primo brindisi. Così dalle due del pomeriggio fino alle nove di sera le bottiglie di birra continuano ad entrare in casa.
Le danze si aprono verso le due e mezza.
All’inizio si è tutti molto impacciati, ovviamente mi fanno ballare le loro danze locali per le quali bisogna proprio essere peruviani per riuscirne a prendere il ritmo.
Finalmente Jasmin mette su un po’ di musica revival e qui mi scateno con Juan, sotto gli occhi della moglie immobile, con in braccio il loro bambino.
Arturo mi guarda e cerca di seguire i passi che faccio, i due professori di musica, Ruben e Niels cercano di non ridere mentre vedono “l’Hermanita”, spogliatasi di ogni inibizione.
La signorina Nilda, paralizzata per metà corpo, tenta anche lei, incitata da Juan, e si diverte.
Carina e Jasmin sono le più giovani, ma anche le più statiche. Solo verso le cinque iniziano a muoversi un po’.
Intanto mi arriva il primo messaggio di auguri da Mauro...la è già mezzanotte!
La festa finisce alle 9 quando devo fare ritorno a casa.
Sono brilla e i padri, quando mi vedono entrare, iniziano a prendermi in giro, sapendo bene che a queste feste è quasi impossibile rimanere completamente sobri, visto che “tu sei la festeggiata” e quindi DEVI fare i mille brindisi che si susseguono interminabili.

martedì 1 luglio 2008

Valentin, Isabel e Danis e i miei bimbi

È tempo di andare.
Camminiamo fino a Puerto e prendiamo il combi giallo, tutto come al solito, seguendo attentamente il copione quotidiano.
Questa volta però al posto di parlare con peruviani, arranco con il mio francese vergognoso finché Isabel mi ricorda: “io capisco bene l italiano!”.
Afferro il concetto e continuo le presentazioni dei vari posti, in italiano.

Arriviamo al comedor ed iniziano a scattare le foto appena scendono dal camioncino.
I bambini, alla vista di un loro coetaneo, biondissimo, bianchissimo e con gli occhi azzurrissimi, impazziscono e ne combinano una più del diavolo per attirare l’attenzione.
Le bimbe timidamente lo accerchiano chiedendo di fare qualche foto con loro, il povero Valentin, imbarazzato e ingenuo, annuisce, cercando con gli occhi di ritracciare sua madre, per l’approvazione.
Jordan urla dal balcone se può entrare e mi domando perché lo abbia chiesto, visto che è praticamente casa loro.
I bambini fanno vedere il loro gioco, che si tratta di lanciare un gettone di plastica su altri posti per terra, facendone capovolgere la faccia. Valentin rimane contento della dimostrazione e sembra volersi fermare un po’ di più del previsto.
Lo lasciamo li e andiamo a casa di Techi, l’unica che ancora non ha pagato e che non viene più perché dice che sua madre non vuole. Voglio parlare con la madre e cercare di risolvere la situazione visto che alla bimba piace tantissimo partecipare.
Arrivo a casa sua e lascio un attimo in disparte i due francesi che vengono letteralmente assaliti da Juana, Francis, Evelin e David.
Parlo con la signora e aggiustiamo la questione, Techi continuerà a venire e darà la sua quota piano piano.

Le voci di bambini per la strada che urlano il mio nome e mi corrono incontro, mi catapultano in una situazione emotiva piacevolissima, e non posso fare a meno di pensare che mancano solo due cortissimi mesi.
Isabel e Danis rimangono stupiti nel vedere tutto questo affetto e ricordano la frase di un padre peruviano in Francia: qui siamo tra molta gente, ma siamo soli, in Perù no.
È proprio vero.

Torniamo al comedor e giochiamo a nascondino tutti insieme, poi facciamo vedere il balletto di Grease che abbiamo imparato. Non manca il saggio di musica con le zampogne e qualche scena da cabaret inventata al momento dai bimbi.
Poi cala la sera e dobbiamo andarcene, i bambini chiedono quando tornerà Valentin e rimangono molto male nel sapere che probabilmente non lo vedranno più perché parte per il centro del Perù.

Si salutano con baci e abbracci, ma solo ai due genitori, perché con il piccolo biondino, soprattutto le bambine, si vergognano terribilmente.
Noi “adulti” li guardiamo ridendo con la bocca e con il cuore.
Qui staccare il cervello dal cuore è cosa da esperti, io non ci riesco.